lunedì 11 ottobre 2010

Territorio, ambiente, beni comuni




Ordine del giorno assemblea congressuale S.E.L. provincia di Brindisi
DIFESA, VALORIZZAZIONE, SOSTENIBILITA': territorio, ambiente, beni comuni.

La Puglia, tutta, compresa la provincia di Brindisi, ha in se un patrimonio ambientale, per biodiversità, un patrimonio artistico, culturale e archeologico, per varietà, unici al mondo.
Un esempio emblematico, fra i tanti, è dato dal territorio di Fasano che ha in se tutte le peculiarità che la Puglia nel suo insieme esprime.
Lungo il tratto di costa, che va da Egnazia a Torre Canne, in un percorso lungo ben 18 km, che nulla ha da invidiare alle coste della Grecia e della Dalmazia, sono presenti tra le più grandi ricchezze del patrimonio ambientale e archeologico italiano. Eganzia, la città greco-romana attiva già 5000 anni prima dell'era cristiana; un numero indefinito di sorgive, acque dalle qualità terapeutiche e termali, che per la legge italiana sono patrimonio inalienabile dello Stato a disposizione delle Regioni; il Parco Regionale delle Dune Costiere di Torre Canne e San Leonardo: un Sito di Importanza Comunitaria che mira a custodire habitat naturale, specie vegetale e animale, molte a rischio d'estinzione.
L'intervento e iniziativa privata, pur nella sua legittimità, tende ormai a prevalere nel rapporto con le istituzioni politiche che supinamente adeguano le scelte amministrative, senza per altro tener più conto degli ambiti pubblico e privato, dove il pubblico è ormai sempre più a disposizione del privato, spesso a danno dell'ambiente.
E' quanto accade ormai da anni, nel territorio di Fasano come in altri angoli del paradiso pulgiese.
Lungo le nostre coste nascono interi nuovi villaggi, destinati a pochi fortunati, adiacenti e sopra siti archeologici, lidi privati che inibiscono, alterando l'ambiente, acque sorgive come il pubblico godimento e l'esercizio dei diritti sanciti dalla costituzione, come il transito sulle aree demaniali.
L'elenco dei siti soggetti a questa violenza è lunghissimo e antico, oltre a contemplare le sue vittime, come lo è stata Renata Fonte, consigliere comunale di Nardò, assassinata nel 1984 nel tentativo di difendere Porto Selvaggio dall'assalto della speculazione edilizia. Due esempi, Nardò e Fasano, a distanza di trent'anni, in cui terreni agricoli, in aree sottoposte a vincoli ambientali, sottratti ai contadini, magicamente si trasformano in edificabili.
La nostra vocazione all'ambiente e alla libertà, all'equità economica e sociale non può non tener conto di questa tragica condizione della politica.
Mentre noi lavoriamo a una nuova narrazione, a rendere libera la politica, la vecchia politica, quella delle poltrone e dei palazzi, non perde tempo a distruggere ogni forma di linguaggio e di memoria, fa volentieri a meno, sacrificandole sull'altare del potere, parole e persone, così come fa con il territorio e l'ambiente.
Per porre rimedio a questo stato di cose, per restituire il vero valore al nostro patrimonio è necessario soprattutto che S.E.L. si mobiliti affinché la Regione Puglia, dedichi il suo lavoro a priorità come il Piano Costa, per il quale non è più possibile attendere. Ne va dell'ambiente, della nostra vita e della nostra dignità.
Buona politica a tutti.

Sinistra Ecologia Libertà – Circolo di Fasano

San Pancrazio Salentino, 10 ottobre 2010

Documento approvato all'unanimità.

giovedì 5 agosto 2010

Comunicato Stampa 3 Agosto 2010 - Cerano



Comunicato stampa Coordinamento Provinciale SEL Brindisi.

Il Coordinamento Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà sostiene l'iniziativa popolare del 7 agosto prossimo contro il concerto organizzato dall’Enel all'interno della centrale di Cerano. Per questo, rinnova il proprio impegno nella difficile vertenza contro l’uso indiscriminato del carbone e tiene alta l'attenzione di cittadini e istituzioni sulle tematiche ambientali. Fa proprie le ragioni della mobilitazione popolare, come già fatto il 19 giugno scorso insieme a 5000 cittadini della provincia.
SEL ribadisce la ferma richiesta all’Enel di ridurre di almeno il 25% il carbone movimentato nella centrale di Cerano e, a proposito di ambiente, l’assoluta contrarietà, “senza se e senza ma”, all'ipotesi di realizzazione del rigassificatore.
SEL si augura che quanti più cittadini della provincia di Brindisi si uniscano alla manifestazione perché le ragioni di questa protesta possano affermarsi, nella convinzione che la città di Brindisi merita un futuro migliore, finalmente scevro dai ricatti cui è stata sottoposta in questi ultimi anni anche grazie alla connivenza di certa classe politica.

Brindisi, 5 agosto 2010

Coordinamento Provinciale SEL BRINDISI

venerdì 2 luglio 2010

Il Corpo delle Donne. In memoria di Palmina Martinelli a 30 anni dalla sua tragica scomparsa.




Pubblichiamo l'intervento di Susi Brescia all'incontro pubblico del Circolo SEL - Fasano, Il Corpo delle Donne del 1 Luglio 2010.

La prima cosa che mi sono chiesta quando Bruno Marchi mi ha proposto di intervenire questa sera per parlare di Palmina Martinelli, è stata come fare per parlare di Palmina Martinelli con delicatezza, senza violare la sua intimità e la sua memoria o meglio ancora senza partecipare alla perpetua speculazione del suo nome. Potevo cercare di raccogliere tutte le informazioni disponibili, preparami in maniera adeguata come si fa quando si partecipa a un incontro di questo genere, prepararmi come per un compito, un esame.
Sarebbe stato un modo per continuare il racconto della vita e della morte di Palmina attraverso il filtro dei media, avrei potuto approfondire la mia conoscenza del processo, del resto io non ho conosciuto Palmina e all’epoca avevo 15 anni e proprio perché avevo 15 anni fu facile per me mettermi nei suoi panni e respingere al tempo stesso quell’orrore così vicino e così lontano.
Ho pensato che la maniera giusta per parlarne fosse farlo sul filo della mia memoria come in un racconto che potevo fare di questa vicenda a mio figlio, che ha 21 anni e che probabilmente di Palmina non ha mai sentito parlare e qui ho avuto la prima sorpresa; non avevo mai parlato di Palmina a mio figlio, si tende sempre a chiudere fuori dalla porta di casa le brutture, almeno quando si può o finché si può, in un continuo gioco di inclusione di esclusione di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto escludere a nostro personale giudizio.
Della vicenda di Palmina nella mia famiglia non c’era memoria e volendo recuperare , che parole avrei dovuto trovare per parlare di Palmina? Palmina era una ragazza di 14 anni a cui non è stato consentito di vivere la vita che voleva, anzi no, era una ragazza di 14 anni a cui non è stato consentito vivere.
A questo punto probabilmente ci si aspetta da me la prima rivendicazione di genere, che io vi risparmierò perché è talmente evidente che se Palmina non fosse stata una donna le sarebbe stata risparmiata la vita, che non dirò una cosa così ovvia.
Provo a tornare al racconto; a Palmina fu impedito di andare avanti con la sua vita, con l’alcol e un fiammifero. Per tanto tempo io come tanti, ne sono certa, ho provato a pensare a cosa deve aver provato. Paura, dolore, disperazione, solitudine. Pensavo a lei che cercava di aprire il rubinetto e l’acqua non c’era, non ho conoscenze mediche, ma per quel poco che so, non credo che l’acqua avrebbe potuto aiutarla, anzi. Si tratta di un gesto istintivo. Penso a cosa deve aver provato però quando anche il rubinetto non rispondeva alla sua richiesta di aiuto. Sappiamo tutti che la sua morte è avvenuta tra le più atroci sofferenze, ma la sofferenza che deve averle procurato quella solutidine senza rimedio, è difficile pure da immaginare. Aveva 14 anni, oggi diremmo un’adolescente, trenta anni fa l’adolescenza era appena stata inventata, prima di allora si era bambine e poi donne. Pensate, la parola adolescente non si declina, è uguale al maschile e al femminile, a Palmina infatti non è stato concesso di essere un’adolescente.
Sottomessa a un codice tribale per cui una donna non può scegliere. Io ricordo, con la capacità di elaborazione che potevo avere all’epoca, il rifiuto della città che si vide rappresentata come la culla del degrado dai media, ma i media sono quello che sono, potremmo fare lunghi, inutili, discorsi; il problema non poteva essere come veniva rappresentata la città, ma caso mai, non potendo fare più nulla per Palmina, cosa poteva imparare da quella vicenda la città. Ad esempio che la città non era la culla del degrado ma era anche quel degrado e procedere per sintesi, non per rimozione. Ecco questo è sempre mancato, la capacità di comprendere il contesto, di guardare da lontano, è sempre prevalsa la voglia di tirarsi fuori e di dire; no, noi non siamo quello. Noi non eravamo quel mondo in cui Palmina non aveva scelta, io insisto, non lo eravamo ma eravamo anche quello e la rappresentazione di quel fatto di cronaca diventò più forte più importante della vicenda stessa.
Pensiamo all’espressione che tutti che tutti conosciamo, che tutti abbiamo sentito dire, anche per scherzo: “J t’appicc”, io ti do fuoco, è una espressione tutta fasanese, abusata al punto che nessuno forse fa caso al suo significato, pensiamo a tutte le espressioni di uso comune che vengono utilizzate alla semantica della violenza. Pensiamo a quanto siamo europei, ma anche trogloditi. Intendiamoci , le espressioni idiomatiche, il linguaggio che caratterizza un luogo, sono una ricchezza e lo caratterizza antropologicamente, appunto; “ij t’appicc” racchiude tutto un mondo e se sei una ragazza, sola, piccola, di cui non importa a nessuno, sono autorizzato a farlo, chi poteva impedirlo? Palmina?
Io il processo l’ho seguito di rimando, ero troppo giovane e non avrei saputo neppure come fare, ma avevo un amico, maschio ovviamente, che lo fece, era più grande di me, studente di giurisprudenza, a lui chiedevo, chiesi, che idea si fosse fatto della vicenda, come faccio sempre quando sono interessata a un fatto, le verità processuali spesso sono diverse dalla verità dei fatti per mille ragioni spesso complicatissime che non è neppure il caso di considerare. La sua opinione era che i due imputati erano stati assolti perché in effetti esisteva il ragionevole dubbio che i loro alibi quantomeno fossero attendibili, nessuno, mi pare, ha mai creduto alla tesi del suicidio. Ovviamente a me la cosa sorprese, perché per me, come per quasi tutti i colpevoli erano certi, come avrebbe potuto Palmina dire due nomi che non erano quelli dei colpevoli? Io naturalmente non lo e può essere benissimo che i nomi che ha fatto Palmina fossero quelli dei colpevoli, ma non mi sembra pazzesco pensare che lei, probabilmente, sperando di sopravvivere, avesse paura delle ritorsioni che dire la verità le avrebbe causato, era una creatura sola e disperata e sapeva solo lei quanto, le mie sono informazioni di seconda mano che non hanno nessuna attendibilità, ma io non mi stupirei se la verità non fosse venuta fuori perché a nessuno davvero importava di Palmina, alle parti del processo, entrambe, importava che prevalesse la propria tesi, alla città di tirarsi fuori, alla politica di farne una bandiera dell’oppressione della donne. La verità è che di Palmina non è mai importato a nessuno, né da viva né da morta.
Cosa si può fare per restituire qualcosa a Palmina? Federica Sciarelli, nell’intento comprensibile, condivisibile di restituirle un po’ di giustizia, quando parla di lei specifica che era vergine. Ma il suo omicidio sarebbe stato meno orribile? La sua morte varrebbe meno valore? E chi decide il valore di una vergine? A Fasano non esiste nulla che porta il suo nome, eppure si sprecano associazioni, premi, concorsi, vie degli astronauti, delle stelle polari e degli eroi di tutti i cieli e i mari e le terre. Perché non dedicare una strada a Palmina, anzi, un giardino pubblico, con una targa che ne conservi la memoria? E’ un modo per dire che non ci siamo dimenticati e non ci stiamo.
Lo so che è poca cosa, ma ci sono segni anche piccoli, che classificano una comunità, la identificano, la rappresentano per quello che è, per la sua storia e per quello che vuole diventare, un luogo che non considera fisiologico una fatto di cronaca così efferata; non è stato l’unico. Chi siamo, chi vogliamo essere? Impariamo a definirci e visto che non ci piace come siamo rappresentati dai media, dai luoghi comuni sul sud, impariamo a rappresentarci noi, a seminare segni, che raccontino da dove veniamo e dove vogliamo andare. Mi sono anche chiesta, cosa scriverei su una targa commemorativa?
La data di nascita e di morte e poi potrei scrivere vittima della violenza sulle donne sì, ma non solo, dell’ignoranza dell’indifferenza anche del narcisismo, del conformismo della sua città che non vuole vedersi mal rappresentata. Vedete, la faccenda della violenza sulle donne è una molto spinosa, spesso è usata come uno slogan, è un modo di ridurre a una categoria facile da comprendere, basta non essere uomini che picchiano le donne e ci si sente nella parte buona dell’universo. Esiste invece una relazione tra povertà, ignoranza, conformismo e violenza. Con questo non voglio dire che gli abusi avvengono solo nelle famiglie svantaggiate, affatto e lo sappiamo benissimo, quello che manca è una cultura dell’essere insieme, del prendersi cura insieme, dei bambini perché non diventino uomini violenti e prevaricatori, delle bambini perché abbiano le loro chances. Con questo non voglio dire che non esiste una questione femminile, esiste eccome, voglio dire che se il movimento femminista è del tutto scomparso dalla scena, se quelle che per la mia generazione erano conquiste acquisite salvo rendersi conto che la maggior parte della società andava da tutt’altra parte, è perché qualcosa, per forza, non ha funzionato.
Ad esempio non abbiamo capito che le pari opportunità sono una questione di democrazia e di meritocrazia, abbiamo lasciato che ci dipingessero come una riserva indiana da salvaguardare e siamo state incapaci di fare squadra e di sostenerci, più inclini alla competizione che alla comprensione, sempre bisognose dell’approvazione di uno sguardo maschile, di un parere maschile. Abbiamo consentito che l’atteggiamento nei nostri riguardi fosse sempre di condiscendenza, abbiamo accettato che l’atteggiamento fosse sempre il “va bene ragazzina, togliti di mezzo, lasciami lavorare”, il lavoro poteva essere una concessione per una donna di famiglia benestante o una necessità, mai una libera scelta, perché i doveri delle donne sono altri, appunto: ragazzina togliti di mezzo, fammi lavorare. Gli uomini saranno pure in crisi, ma non ce la daranno mai quella fetta di potere, perché non ce lo prendiamo? Eppure noi lo sappiamo che siamo brave. Come dice Lorella Zanardo, ma di che cosa abbiamo paura?
Le paure sono sempre le stesse, come i bisogni: protezione e riconoscimento, allora; io sono grande abbastanza da sapere che la protezione dal dolore, dalle intemperie della vita, se ci credi, te la può dare solo dio; incominciamo a sgombrare il campo da questa illusione, facciamolo con le nostre figlie, aiutiamole a crescere sapendo che non devono appoggiarsi, dipendere. Certo, sono discorsi, nella realtà dei fatti nel mezzogiorno e a Fasano le donne sono sempre più povere e con livelli di disoccupazione altissima, anche a noi , qui, sarà data l’importanza che si deve alla riserva indiana e poi, “va bene bambine, ora lasciateci lavorare”. Allora, cosa dobbiamo fare, rinunciare? Io sono tra coloro che credeva di poter fare a meno di esprimersi in quanto donna, anzi l’ho rifiutato per tanto tempo, sono una persona mi dicevo, ho un valore come persona, cosa c’entra se sono donna o uomo? E’ stata una grande ingenuità, trenta anni dopo la morte di Palmina siamo all’anno zero, riconosciamo di essere indietro, di non trattare le persone indipendentemente dal genere e poi magari, ripartiamo. Riconosciamo di non essere abbastanza europei, riconosciamo le distanze abissali con il nord europa, mettiamo in relazione la qualità della vita di queste nazioni che ovviamente avranno i loro problemi ma all’interno dei quali non conta non conta quanto sei giovani e carina per partecipare a una missione all’estero, perché la questione non è che se la Gagliardi partecipa al G20, lei ha una opportunità e Maria Brambilla no, il problema è che alla Gagliardi non sarà mai concesso un ruolo diverso da quello che le è stato concesso, l’accompagnatrice. Non è un problema di invidia, come spesso gli uomini ci rimproverano quando tiriamo fuori questi argomenti, è un problema di sostanza.
Tornando a Palmina, al processo di rimozione che la sua vicenda ha tentato di operare la sua città, io insisterei sul carattere e sull’atteggiamento tipico dei piccoli centri, non ne voglio fare una questione di Fasano, un atteggiamento di chiusura di conformismo, di narcisismo; cominciamo a lavare in piazza i panni sporchi, rompiamo la rete di connivenze che proteggono i violenti, violiamo il codice della tribù, sappiamo tutti che ci sono episodi di violenza nelle migliori famiglie, di sopraffazione, e che le vittime delle sopraffazione sono sempre i più deboli, guardate non si tratta di sputtanare, ma di rompere uno schema, di smetterla di fare le brave bambine, tanto non ci premia nessuno, pretendiamo di essere cittadine prima che figlie e madri e mogli, Palmina era sola, non lasciamoci sole. Riprendiamoci la terra, la vita e l’abbondanza, per citare un poeta.

Susi Brscia - Scrittrice

martedì 27 aprile 2010

Assemblea Cittadina 26 Aprile 2010

Il Circolo Sinistra Ecologia Libertà di Fasano ha tenuto, il 26 aprile scorso, una Assemblea Cittadina il cui tema è stato “Con Sinistra Ecologia Libertà, al lavoro per la Puglia migliore”. Sono intervenuti il Consigliere Regionale Toni Matarrelli, eletto nelle fila di SEL, e il Coordinatore Provinciale di SEL, il fasanese Luigi Vinci.
Ha introdotto il lavori il portavoce ufficiale dei sellini locali, Bruno Marchi il quale, prendendo spunto dalla situazione politica nazionale, che vede Berlusconi e Fini in conflitto tra loro, ha riaffermato che SEL non intende “collaborare con nessuna delle destre, l’una xenofoba e populista (quella di Berlusconi e Lega) e l’altra presunta moderna (quella di Fini), poiché le radici culturali sono le medesime. Piuttosto” ha aggiunto Marchi “il ruolo di SEL non potrà che essere di opposizione seria nonché di proposta progettuale e di governo alternativa.” Marchi non ha lesinato critiche alla giunta comunale fasanese ed ha esortato ad una riflessione “per tempo” sui programmi e sulla individuazione di un candidato sindaco per il centrosinistra da mettere in competizione con quello del centrodestra.
Nel suo intervento Luigi Vinci ha sottolineato l’importanza di un coordinamento politico provinciale finalizzato anche ad una migliore organizzazione funzionale delle competenze e ad una comunicazione politica più moderna ed efficace.
Hanno fatto seguito numerosi interventi, tra i quali quello di Giuseppe Vinci, del Circolo fasanese di SEL, che ha illustrato la proposta, riservata alla città di Fasano, di sei “tavoli di lavoro” aperti ai cittadini che vorranno partecipare per offrire il loro contributo: “Occhio alla Giunta” (analisi dei provvedimenti adottati dall'Amministrazione e delle ricadute sui cittadini), “Fondati sul lavoro” (proposte per l'economia cittadina), “Differenziamoci” (indagine sull'igiene ambientale e sullo smaltimento rifiuti), “Terra di tutti” (la tutela del territorio nell'interesse di tutti), “La cura” (idee per un sistema socio sanitario a misura di cittadino) e, infine, “Non si nasce imparati” (come cambiare il modello cittadino di interventi in ambito culturale).
Le conclusioni sono state affidate a Matarrelli che si è soffermato sulle prospettive più immediate del governo regionale, illustrando anche i motivi politici che hanno guidato Vendola nella scelta degli assessori. Inoltre, il neo consigliere regionale ha fatto il punto sulla situazione politica nazionale interna a Sinistra Ecologia Libertà, con particolare riferimento alla necessità di un’organizzazione partitica: “A ottobre abbiamo il nostro congresso fondativo. Ciò significherà che da lì cominceremo a costruire una classe politica dirigente sellina che vada oltre Vendola, poiché pur riconoscendo l’effetto e i vantaggi che dà il “personaggio Vendola”, non crediamo sia utile fare esclusivo riferimento e affidamento a lui. Da qui in avanti, occorre che ognuno di noi cresca. È questa la nostra nuova sfida politica.”

mercoledì 21 aprile 2010

LE NUOVE SCHIAVITU'



Le nuove schiavitù: il fallimento della politica.

Facciamo un esempio? Le strade. In ogni città non ce né più una sana. Ormai non si tratta più di buche ma di veri propri crateri. E si perché a forza di rattoppi l'assetto del manto stradale ha perso ogni consistenza, ogni stabilità, un po' come l'assetto istituzionale della nostra repubblica che a stento permette l'esercizio dei doveri e dei diritti della collettività privilegiando solo chi è in possesso di potenti fuoristrada. Insomma le nostre sono più simili a sepolcri imbiancati.
Ma quella delle strade e delle istituzioni pare proprio che sia una questione vecchia come l'uomo.
Un problema che non si poneva nell'antica Roma. E infatti i romani avevano gli schiavi, a costo zero. Giusto vitto e alloggio, magari da condividere con le bestie.
I governi di centrodestra tentano, ormai da 15 anni, spesso con il conforto incosciente a volte muto, afasico, incapace ad esprimersi, delle opposizioni di reintrodurre ancora una volta la schiavitù.
Basta vedere quello che è successo con l'Art. 18. Roba da medioevo! In un solo giorno sono stati buttati via millenni di sofferenze e ben trecento anni di lotte per difendere il lavoro, non solo quello operaio, spesso ormai anche quello autonomo e imprenditoriale. Acquisisce così una nuova emergenza lottare per l'affermazione dei più fondamentali diritti dell'uomo, primo tra questi la libertà di essere se stessi e di autodeterminarsi attraverso l'unico strumento che restituisce dignità e nobiltà all'uomo: il lavoro. Non di certo quel lavoro, nero, in cui la vita è pagata meno di 5 euro all'ora, come è accaduto di recente a Pavia per una neo laureata. Dove la vera precarietà è quella di una giovane vita che non c'è più, persa tra le maglie di un nastro trasportatore di una azienda avicola.
Nonostante ciò, nonostante milioni di lavoratori vivono ormai con la scure sulla testa, e con loro milioni di famiglie, in Italia l'astensione al voto, il rifiuto di partecipare alle scelte politiche pesa più che un partito di maggioranza, più dell'ennesima affermazione del centrodestra. Un partito silente, quello degli astenuti, che rifiuta di costruire il proprio futuro, di riappropriarsi della politica.
Non sono confortanti le dichiarazioni di alcuni dirigenti del maggiore partito dell'opposizione subito dopo i risultati di queste ultime consultazioni quando parlano di tenuta, per rendersi conto di quanto certa politica è autoreferenziale, distante dalla realtà, distante soprattutto dalla gente che pretende di rappresentare.
Nonostante l'affermazione di Vendola in Puglia il centrosinistra cede ancora quattro regioni e il recentissimo responso dei ballottaggi alle comunali non smentisce la parabola discendente.
Non solo non c'è alcun accenno a cambiare atteggiamento, ammettendo di aver ancora una volta fallito obbiettivi (se mai ce ne fossero stati) e scelte, di non essere in grado di interpretare i sentimenti non dell'elettorato (che brutta parola!), ma della gente. Sarebbe opportuno, tanto per cominciare, ammettere, soprattutto a sé stessi, che il risultato elettorale nazionale è negativo; che da soli non si va da nessuna parte; che senza un progetto di alternativa, un progetto condiviso da tutti, non solo non si vince – considerando che non si tratta di una gara ma di proporre soluzioni per il paese – ma che soprattutto così si continua a erodere la rappresentanza politica di un mondo abbandonato alle aggressioni reazionarie del potere che stenta a perdere la maschera.
Come dice Nichi Vendola è giunto il tempo di trasformare il sostantivo potere in un verbo e metterlo al servizio della politica, del paese, della gente. Bene ha detto - ancora - sostenendo la necessità di azzerare tutto e ricominciare da capo, tutti insieme. A meno che i vecchi signori del centrosinistra non abbiano in mente di far scomparire definitivamente la voce dei più deboli, rendendoli schiavi della necessità prima e del padrone di turno poi.
Eppure a partire dalla Puglia le testimonianze di una possibile inversione di marcia ci sono e sono lampanti. Il laboratorio pugliese dimostra che le energie latenti se messe in moto – come è per i Bollenti Spiriti: Laboratori Urbani, Principi Attivi, Libera il Bene - diventano in poco tempo energie attive, dando risposte concrete alle individualità e a intere famiglie vecchie e nuove. Questo mette di buon umore gli italiani, non vuoti proclami.
Ora, Nichi, la voce che grida nel deserto afasico della politica che non sa ascoltare e parlare, dovrà affrontare e sconfiggere ancora ulteriori diffidenze, logiche numeriche, spartizioni, politicismo, pregiudizi e chi sa cos'altro ancora prima di essere ascoltato e riconosciuto, non per se stesso ma per il modello, l'esempio che propone, come il vero valore aggiunto della politica.
Ascoltavo nei giorni passati un intervista di Bersani su Sky TG, subito dopo i disastrosi risultati elettorali, in cui il segretario del PD, si è più volte soffermato sul "contributo fattivo dell'UDC apportato a queste regionali, un contributo segno di una grande intesa che può trovare risposte per il futuro". Mentre sul laboratorio pugliese a mala pena un accenno. Ero esterrefatto, non per il mancato riconoscimento di Vendola e della Puglia, ma per il rincorrere ancora insulse logiche retrograde che si fondano su alchimie numeriche anziché su programmi e metodo.
Ora Nichi e ogni cittadino che ha a cuore la propria sorte, a parer mio, dovrebbe senza perder tempo, dedicare parte del lavoro al rinnovamento generazionale e metodologico del fare politica. Questo è un impegno a cui non ci si può sottrarre. E sono convinto che Nichi e l'Italia Migliore ce la faranno ancora una volta, come è accaduto in Puglia.
Ora è necessario iniziare a costruire. E' dinnanzi a noi il nostro futuro. Tocca a noi costruirlo. Non possiamo assegnare più a nessuno deleghe in bianco: sono finite.
C'è d'augurarsi che tutti possano sentire l'impegno a fare propria l'azione politica, di rifondarne la strada, poiché la politica nella sua accezione più alta si occupa dell'uomo e dei suoi percorsi. Solo così potremo raccontare di essere stati artefici del nostro futuro e non schiavi con l'anello (se pur mediatico) al naso.

Giuseppe Vinci



giovedì 25 marzo 2010

TESTIMONIAMO


Testimoniamo.

Mercoledì sera, sfruttando 50 sms gratis, ho inviato un messaggio ad alcuni miei indirizzi telefonici. Scrivevo: Carissimo, ti posso chiedere il voto per Vendola e per il suo partito, Sinistra Ecologia Libertà? Se credi che sia possibile fammelo sapere, ti chiamo.

E infatti dopo arve ricevuto la metà delle risposte, un paio di telefonate le ho fatte. Allora mi sono chiesto quanto mi sarebbe costata una roba del genere. Ma non ho fatto a tempo di pensare che nel giro di 24 ore sono stato assalito dalle telefonate. Per fortuna! Mi sarebbe costato una botta.
Bèh, l'esperimento funziona. I tempi stanno cambiando davvero. Il messaggio l'ho inviato non solo ad amici che reputo di sinistra ma soprattutto a quelli dichiaratamente di destra. Funziona!
Molti di quelli che mi hanno chiamato hanno espresso il sostegno incondizionato a Vendola. C'è un però. I più tra quelli di destra hanno dichiarato il voto disgiunto, Vendola e il candidato di centrodestra.
Come fare ad uscire da questo contraddittorio stagno?
Ho usato una semplice argomentazione, che funziona.
Se davvero riteniamo che Vendola meriti di essere ancora il Presidente della Regione Puglia, perchè ha fatto bene e vogliamo che continui a fare bene, è necessario che nessuno più gli tiri la giacchetta.
E cosa può farlo stare sereno se non un partito, il suo (SEL), che in consiglio regionale e in giunta lo supporti con consiglieri e assessori?
Lo abbiamo visto in questi 5 anni appena trascorsi, quante volte ciò è accaduto, persino anche dopo aver stravinto le primarie, proprio mentre si stabilivano le candidature, quando hanno tentato d'imporgli di tutto. Ma ce l'ha fatta ancora una volta.
Le nostre liste sono le più pulite e trasparenti di tutto il panorama elettorale, per non parlare poi della qualità. Solo pochi esempi. Uomini di grande spessore culturale, che hanno fatto la storia contemporanea della letteratura e del giornalismo come Raffaele Nigro, capolista a Bari, che da originario lucano, ha da anni la Puglia come sua regione materna, portandola alla ribalta delle classifiche editoriali.
E ancora Leo Caroli, capolista per la provincia di Brindisi, Segretario Generale della CGIL fino a pochi giorni fa. Un combattente della prima ora, incollato negli anni 90 ai cancelli della Centrale di Cerano e a quelli della Brindisi Nord, della Enichem per difendere la salute delgi operai e delle loro famiglie. In prima linea a difendere la categoria degli agricoltori e di tutti gli operai.
Non si tratta di auto-candidati, ma di uomini e donne voluti da Vendola ed eletti dalla base a questo impegno.
E' importante, molto importante votare oltre a Vendola anche il suo partito. Facciamo in modo che per i prossimi 5 anni nessuno si sogni di mettere il cappello sulle sorti della nostra regione. Facciamo in modo che la prossima giunta regionale abbia più equilibrio, che il peso delle scelte non penda solo da una parte. Facciamo in modo che prima delle scelte ci sia maggiore consapevolezza e che solo grazie alla consapevolezza (quindi grazie al dialogo, alla ricerca e allo studio in comune) si possa condividere il nostro futuro.

Carissimi, l'amore per la Puglia, per la nostra terra, per la nostra storia, per il nostro futuro, possa essere d'ispirazione per confortare i nostri amici di sinistra e di destra che voteranno Vendola affinchè possano rivolgere il loro voto a Sinistra Ecologia Libertà: per Nichi Vendola, per la Puglia Migliore. Spendiamoci, in questi ultimi giorni, facciamolo per la Puglia che vogliamo.
Purtroppo questa settimana non ho più messaggi gratis da spendere e sono passato a quelli a pagamento. Che ne dite di mandare anche voi ai vostri amici un messaggio del genere?

In bocca al lupo e in culo alla balena. Vinca Vendola, vinca Sinistra Ecologia Libertà, vinca la Puglia Migliore!

G.V.

martedì 23 marzo 2010

CANDIDATURE: LA FEROCIA DI UN MERCATO


Candidature: la ferocia di un mercato.


Mentre si chiudevano le candidature per le prossime elezioni regionali, nonostante gli spazi elettorali non fossero stati ancora assegnati, per buona parte dei candidati la campagna elettorale era un fiume in piena. Dai primi di gennaio, nelle nostre città, con larghissimo anticipo sui tempi istituzionali, impazzavano già gigantografie di candidati con slogan altisonanti.

Il dato più rilevante di questa consultazione elettorale, sottaciuto dalle cronache dei TG e dei quotidiani, è che, in diversi casi, si è trattato di auto-candidature: delle vere e proprie imposizioni, fatte agli stessi partiti, fondate sulle prerogative economiche individuali e sul gioco d'anticipo.

Fortuna vuole che la legge elettorale per le amministrative contempli ancora il sistema delle preferenze tanto da permettere all'elettorato di scegliere i propri rappresentanti.

Intanto, nella mentalità democratica si è andata sempre più affermando la visione utilitaristica e clientelare della politica, che da disciplina al servizio della collettività è divenuta ormai attività a supporto di pochi: quello che un tempo veniva denunciato come un rischio si è affermato come un costume.

E' così che siamo passati al mercato delle candidature. Un feroce mercato sommerso, che non si è fermato nemmeno allo scadere della presentazione delle liste e che ha costretto a stravolgere la Costituzione con Decreti Legge (salva liste) interpretativi e retroattivi. Una vera e propria vergogna che altera l'assetto democratico del paese oltre che, come se non bastasse, svilire ancora una volta i costumi collettivi e il rispetto delle regole comuni.

Dovremmo chiederci se non sia il caso di pensare, una buona volta per tutte, ad una più sobria regolamentazione delle candidature e delle campagne elettorali che scongiurino la tentazione e il sospetto di tornaconti personali, o delle lobby a cui si appartiene, se davvero si vuole una civiltà matura, democratica, liberale, che tenga conto della parità dei diritti, dell'uguaglianza dei cittadini nei confronti dello stato e della legge. Non è da qui che prende le mosse uno stato libero, egualitario, democratico, evoluto?

Un seggio in Parlamento come uno alla Regione serve forse a soddisfare esigenze di campanile e personali? Quello che preoccupa, dunque, e che questo modo di fare serva ad affermare non più una visione di parte - che pure è il segno di una sconfitta della nostra civiltà – ma, peggio, interessi di natura strettamente egoistica.

Guai fosse ridotta a questo la politica. Ciò rappresenterebbe un vero e proprio salto indietro nel più buio passato di medioevale memoria, quando le città erano “l'un contro l'altro armate” (A. Manzoni), in una lotta fratricida tesa solo ad affermare la potenza di un signore, di un comune o di uno stato contro l'altro. Non vorremmo che uno scenario simile veda davvero nord e sud contrapposte.

Non pochi slogan elettorali risuonano intanto come un richiamo a coloro che appartengono a determinate fazioni (destra/sinistra), lasciando intendere che gli altri per punizione ne resteranno fuori: quanto di più antidemocratico e incivile possa esistere, del tutto contrario alla missione inclusiva della politica.

E' questo atteggiamento che ha immesso nel pensare collettivo l'archetipo inconscio e oscuro di una politica ben lungi da essere al servizio dell'umanità, divenuta niente altro che uno strumento per il bene di pochi. Gli altri ciccia!

La politica, per la sua natura intrinseca - che è quella del servizio - non dovrebbe essere tanto il risultato di meriti personali - soprattutto se ci si riferisce a meriti di natura economica - ma il frutto di una visione condivisa e consapevole. Tutt'al più i meriti dovrebbero appartenere ad una collettività degna di sé, che si evolve nel segno della coscienza del proprio percorso.

Mentre altri ambiti dello scibile umano, come le scienze, si muovono nel segno del progresso e dell'affrancamento, e sono potenzialmente al servizio di tutti, i segni della politica sono in netta contraddizione con i principi democratici della condivisione e dell'unione, contro la politica come mezzo d'incontro e soddisfazione delle esigenze di tutte quelle comunità che abitano la “polis” e che intendono proiettarsi verso un futuro di libertà.

Giuseppe Vinci

domenica 14 marzo 2010

CONCERTO PER NICHI



CONCERTO PER NICHI
(una campagna elettorale sostenibile)

DAVIDE SACCOAMMO TRIO

Special Guest: Bob Marcialledda

Davide Saccomanno - piano elettrico & voce
Andrea Acquaviva - contrabbasso
Antonio DiLorenzo - batteria

Bob Marcialledda - Voce Rap

MERCOLEDI' 17 MARZO 2010 - ORE 20:30
TEATRO SOCIALE - FASANO

tanks to: Vincenzo Deluci

sabato 13 marzo 2010

STRESS ELETTORALE


Stress elettorale.

Uno degli aspetti che rende la politica disgustosa è la campagna elettorale ed in particolar modo le affissioni. Senza alcun rispetto per nulla, nemmeno per la loro stessa dignità, i più, tra i candidati, ricorrono alle affissioni imbrattando ogni superficie a vista. Il risultato evidente è l'alterazione totale del paesaggio urbano e naturale: bidoni della spazzatura, quelli per la raccolta differenziata, muri pubblici e privati, vetrine di locali (e qui lievitano i costi), scuole, cantieri, sottopassi, pali della luce, alberi ecc. con una frenesia atroce, in barba ai tanti bei propositi di una politica - soprattutto per la Puglia - volta alla tutela e al rispetto dell'ambiente. Oltre a domandarci dove andranno a finire quei materiali, non certo eco-sostenibili, una volta finito l'agone elettorale, ci chiediamo quanto danno all'ambiente è stato prodotto per essere eletti al servizio degli altri: carta, inchiostri pesanti, colle, carburanti e rifiuti di ogni sorta. Non parliamo poi della mole interminabile dei santini personalizzati che finiscono per le strade peggio che il giovedì grasso!

Gli spazi per le affissioni elettorali sono da poco disponibili eppure le nostre città già da oltre un mese sono letteralmente imbrattate, violentate dai volti di personaggi che a guardare la loro storia sia personale che politica ci sarebbe, a volte, da gridare alla farsa se non al raggiro. Ma, molti di noi, oggi, come per un repentino adattamento biologico si son dotati di una fitta coltre di peli sullo stomaco. Anche perché come diceva quel tale duemila anni fa “chi è senza peccato …

Siamo sicuri che questo stato di cose non faccia comodo a qualcuno? Tutto sommato l'omertà esiste oltre che come riflesso della paura, anche come tacito consenso per mero tornaconto. E infatti verrebbe da chiedersi - per l'ennesima volta! - a cosa mira un ingente investimento economico per una campagna elettorale se poi non si potrà rientrare dell'investimento fatto? Perché investire ingenti some di denaro per servire democraticamente il paese? Non sarebbe più edificante e giusto destinare direttamente questi denari a beneficio della comunità se davvero si vuole servire? E' così che funziona una società libera ed evoluta? Interrogativi che trovano sempre più consistenza se si pensa che c'è chi, non contento di servire al palazzo di città, non perde tempo a proporsi alla provincia, alla regione e chi sa se non anche al Parlamento, passando da una campagna elettorale all'altra nel breve tempo di un anno. E viceversa c'è chi messo fuori dal parlamento per volontà popolare, per decisioni di partito o per non essere riusciti a scampare ad indagini, non perde tempo per rifarsi una poltrona.

Ecco che ad essere stressati da questa guerra non sono solo gli uomini - bombardati da spazzatura elettorale e da messaggi patetici che pretendono di svolgere la funzione della persuasione più o meno occulta - ma anche e soprattutto l'ecosistema. Proprio quell'ecosistema a cui si fa uno spropositato ricorso per attrarre le masse. Quell'ecosistema che, oggi più che mai, rischia il crak, un vero e proprio infarto, stressato com'è dai violenti stravolgimenti architettonici che, per l'avida mano umana, distruggono interi paesaggi e tradizioni; scorie e veleni di ogni sorta, da quelle nucleari a quelle fitosanitarie stanno alterando irrimediabilmente il rapporto dell'uomo con il suo essere al mondo, costringendoci ad una salute dai costi insostenibili, e non solo in termini economici.

Parafrasando San Paolo, nell'indicare i nostri amministratori, nella prossima tornata elettorale invitiamo a volgere lo sguardo, il nostro consenso, sì a coloro che si saranno distinti per i segni, ma per quei segni che saranno stati davvero rispettosi dell'ambiente e della collettività.

Giuseppe Vinci

pubblicato su: Graffio, Fasano 12 Marzo 2010

venerdì 12 marzo 2010

Difendiamo la Democrazia


Non rispettano le regole.

Calpestano i diritti

dei lavoratori.

Sì alle regole,

no ai trucchi.

Oggi, Sabato 13 marzo ore 18,30 Piazza Ciaia Fasano

SEL PD IDV PRC-PDCI Società Civile

manifestiamo in accordo con le altre manifestazioni

di tutta Italia per la democraizia.


Appuntamento alle 18,00 presso la sede SEL in via Bosi, 4

giovedì 11 marzo 2010

Sciopero Generale LAVORO FISCO CITTADINANZA


VENERDI 12 MARZO 2010

SCIOPERO GENERALE

LAVORO FISCO CITTADINANZA


Sinistra Ecologia Libertà aderisce allo Sciopero Generale del 12 marzo per liberare il lavoro, la scuola e la qualità della vita dal feroce e disumano liberismo di questi anni.

Brindisi e la sua provincia sono state prese d’assalto per impiantare siti che avvelenano l’aria e la vita stessa.
Dalla lotta al rigassificatore a quella contro le centrali nucleari, a quella per la riduzione delle emissioni di polveri sottili della centrale a carbone di Cerano, Sinistra Ecologia Libertà ribadisce il suo fermo impegno al fianco dei cittadini e dei lavoratori.

Questione ambientale ed economica non sono separabili e devono guardare alla vocazione del territorio se vogliamo uno sviluppo economico e culturale sano, rivolto soprattutto alle giovani generazioni.

Questo è stato il senso delle iniziative della Regione Puglia come “Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al Futuro” ecc., attività che vanno sostenute e affermate anche per i prossimi anni.
In questa prospettiva di sviluppo sostenibile la città di Brindisi necessita di una sua Università che sia fortemente legata al tessuto sociale, economico e culturale del territorio.

Sinistra Ecologia Libertà denuncia le gravi condizioni dei lavoratori che, sempre più spesso, soprattutto quelli stranieri, anche in terra di Brindisi, subiscono trattamenti disumani. Il nostro impegno politico è al fianco dei fratelli migranti.


Brindisi, 12 marzo 2010

Coordinamento Provinciale
Sinistra Ecologia Libertà


Brindisi: dalle ore 9.00 alle ore 11.00 manifestazione in Piazza Vittoria, dalle ore 11 alle ore 13.00 presso la sala del Comune di Brindisi, tavola rotonda sui temi dello sciopero con i Presidenti di Confindustria, Confesercenti, Confagricoltura, Confcommercio.

mercoledì 10 marzo 2010

NOTE A MARGINE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE













Nichi Vendola: Sinistra Ecologia Libertà.

Quello che sfugge, in questa campagna elettorale, è che Vendola oltre che essere il candidato Presidente del Centro Sinistra, è anche e soprattutto il Portavoce Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà: una sorta di Segretario ideatore del progetto.
A molti elettori, questo fatto sfugge, forse perché, in seguito al risultato plebiscitario delle primarie, si è aperta, da parte di molti, una vera e propria corsa a far propria l'immagine di questo grande, coraggioso e indomito narratore della politica.
Quello che Nichi Vendola ha messo in campo, nei 5 anni che sono appena trascorsi (per non parlare di tutta una vita trascorsa al fianco dei più deboli), si è poi convertito nel progetto chiamato Sinistra Ecologia Libertà.

Condividere il progetto di una Puglia Migliore portato avanti da Vendola, significa riconoscere (anche se alcuni fanno fatica a riconoscerlo, forse per una sorta di attaccamento inconscio al vecchio orticello) il progetto di Sinistra Ecologia Libertà.
Lo possiamo affermare pensando al fatto che il percorso personale di Nichi Vendola è il frutto di anni di pratica politica fatta in condivisione con sensibilità consonanti.

Ogni percorso individuale non è mai un percorso solipsistico, soprattutto se si sta parlando di politica. Ogni percorso in comune è il risultato della condivisione. E' questo che ha portato alla creazione di Sinistra Ecologia Libertà. Ed è questo che ha fatto si che Nichi Vendola, grazie alla sua sensibilità, abbia potuto interpretare le sensibilità dei suoi compagni di viaggio e della gente che ha incontrato in questi anni, fino a convertire il tutto nel progetto SEL.

Per dare un sostegno concreto al sogno di Vendola, della Puglia Migliore come di una Politica Migliore, è necessario convertire il tutto nell'azione di Sinistra Ecologia Libertà, la sua creatura, la nostra creatura, oggi, soprattutto attraverso il voto a Sinistra Ecologia Libertà.
Non vorremmo, infatti, che domani, qualcuno, in preda a vecchie e stantie logiche spartitorie, possa ipotecare, condizionare e frenare, ancora una volta, il cambiamento, l'affermazione di un nuovo racconto collettivo.

Sottoponiamo agli elettori tutti questa riflessione per sostenere il voto di lista a SEL, anche in assenza di un candidato locale, al di la di ogni tentazione campanilistica, al di la di ogni concezione retrograda della cosa pubblica, affinché la nuova narrazione politica si fondi su condivisione e consapevolezza.


martedì 23 febbraio 2010

Foto di Gruppo




Foto di Gruppo SEL Fasano

Per Sinistra Ecologia Libertà e per Nichi Vendola ci mettiamo la faccia.
E' solo una piccola parte del Circolo.

martedì 16 febbraio 2010

Frana il Sud


Un paese che frana, che smotta e scende a valle è uno spettacolo orrido se si pensa alle centinaia di vite coinvolte e distrutte non già dalla natura, bensì dal famigerato "dissesto idrogeologico" che, qualche volta, addirittura viene passato da giornali e televisioni come una fatalità o castigo biblico.
La responsabilità umana e politica c'è, nonostante sia difficilmente individuabile, come spesso accade in Italia, poiché persa nei meandri della burocrazia appoggiata al clientelismo. Persa, anche, nelle responsabilità soggettive di chi ha voluto, a tutti i costi, costruire una casa dove non poteva, grazie a raccomandazioni e genuflessioni al potente di turno che riusciva, quasi magicamente, a rendere sicura una zona che, invece, il giorno prima sicura non era affatto. Certo, il "bisogno di casa" è impellente e drammatico a fronte di un'inesistente programmazione urbanistica del territorio, a fronte di piani regolatori stralciati e straziati nelle loro essenze originarie, a fronte cioè di una politica che non ha saputo ascoltare e provvedere, con razionalità e in sicurezza, ad una necessità primaria qual è quella di un tetto sulla testa.
Non a caso, al di là della conformazione idrogeologica della Calabria e della Sicilia, ci si ritrova dalle nostre parti: nel profondo Sud martoriato e dimenticato, merce di scambio in nome di oscuri interessi nazionali, abbandonato alla 'ndrangheta e alla mafia, vittima della rapacità e della spregiudicatezza dei delinquenti e dei politici.
Ma, anche in Calabria ci sono state le primarie, tutte interne al PD, che hanno determinato il candidato del centrosinistra alle regionali: Agazio Loiero. Si può solo essere soddisfatti della partecipazione dei calabresi alla consultazione (quasi centomila) e, da parte nostra, del fatto che i pugliesi abbiano, in qualche modo, dato l'esempio, dimostrando che una democrazia "dal basso" è possibile.
La speranza è che la Puglia (migliore) faccia da motore propulsore al riscatto del Sud poiché la storica "questione meridionale", ancora lungi dall'essere stata risolta, oggi veste i panni della emigrazione strisciante; del perdurare della disoccupazione intellettuale (non solo operaia); della presenza massiccia delle mafie contro le quali solo l'innalzamento del livello della qualità della vita e dello stato sociale può qualcosa e non soltanto la repressione poliziesca e giudiziaria.
La Puglia sembra bene avviata lungo questo percorso-progetto che nei primi cinque anni del Governo Vendola è stato impostato e che necessita di essere consolidato nella prospettiva dei prossimi cinque anni. Per questo, la scommessa di queste elezioni regionali in Puglia, come al Sud in generale, è ancora più importante e ardua di quanto lo fosse nel 2005 poiché il centrodestra, questa volta, non farà sconti. Nessuno si illuda che sarà una passeggiata.
Iokahr

domenica 14 febbraio 2010

Perché Sanremo è Sanremo!


Da un'agenzia si apprende che Morgan canterà a Sanremo. Lezioni di marketing avanzato (nel senso di avanzi), ovvero "che si fa pur di vincere il Festival di Sanremo e di aumentare gli ascolti".
La tecnica è tutta berlusconiana: fare una dichiarazione per poi ritrattarla, magari dicendo che i giornalisti hanno capito male (non è il caso del cantante in questione, ma di Berlusconi sì) l'importante è che se ne sia parlato.
Il signor Morgan (ma si chiama proprio così o è un nome d'arte?), secondo me in combutta con la RAI (che ha un disperato bisogno di ascolti, altrimenti diminuiscono le inserzioni pubblicitarie), dice una cavolata qualsiasi sulla cocaina (il cui uso o meno, tra l'altro, attiene alla sua sfera privata); scandalo e bigottismo si scatenano; il "benpensatismo" di stampo sanremese finge di mobilitarsi e propone una censura fuori luogo. Infatti, non si capisce perché, allora, non istituiscono il tampone salivare per verificare se i "cantanti" fanno o meno uso di droghe, così come i serissimi giornalisti de "Le Iene" hanno fatto con i parlamentari. Oggi, la Antonella Clerici (che è convinta di rappresentare l'italiana media) dà il clamoroso annuncio: Morgan canterà a Sanremo, nell'ulteriore illusione che il pubblico abbocchi. Come se Sanremo e le fumatine di Morgan fossero il vero problema. Come se non bastassero Termini Imerese, operai suicidi perché sul lastrico, riduzione degli spazi di democrazia (televisiva e non) e la Lega che dichiara di volere cacciare, "casa per casa, piano per piano" gli immigrati da Milano (un po' sul modello dei rastrellamenti nazisti).
Mi aspetto una puntata di "Porta a Porta" su questa clamorosa rentree, con tanto di pipetta e cristalli di cocaina, magari fumati in studio, giusto per vedere l'effetto che fa.
Iokahr

CHE BELLA GENTE




In fabbrica, ieri, quanta gente. Nichi parlava e affascinava come sempre, ma lo spettacolo eravamo noi. Già nel pullman (quello di Fasano era l'unico, gli altri non sono organizzati come noi) c'era un clima d'amicizia che non si trova quasi mai in politica. In sala, gremita all'inverosimile, ci si voleva bene: era palp...abile. Il nostro gruppo, fatto di anziani e di ragazze, di uomini e donne, è un pezzo di quella Fasano migliore che sta venendo fuori grazie al lavoro di ognuno di noi: causa ed effetto si confondono e come nella storia dell'uovo e della gallina, non si sa cosa sia venuto prima. Forse stiamo migliorando Fasano, forse la Fasano che migliora produce gruppi così. Chi se ne frega, siamo il PDB (Popolo Della Bellezza) e siamo bellissimi.
Vi direi volentieri che al fianco di gente come voi è bellissimo battersi, indipendentemente dal risultato. In realtà, questo lo sappiamo, è più bello se si vince. Diamoci dentro, dipende da noi.

Francesco Vergine

sabato 13 febbraio 2010

APOTEOSI DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA. Bari Fiera del Levante, apertura della campagna elettorale.


La partecipazione del Circolo Sinistra Ecologia Libertà di Fasano all'apertura della campagna elettorale per Nichi Vendola Presidente 2010 segna un momento di rilevante importanza nel percorso politico del nostro Circolo.
E' stata una partecipazione sentita, attiva e condivisa con gli amici e i compagni della Fabbrica di Fasano
(molti dei quali fanno parte del Circolo SEL Fasano) e che ci rende fiduciosi e pronti nel voler affermare i nostri principi, soprattutto dopo l'ennesima prova di grandezza, carisma e umiltà da parte di Nichi Vendola.
Ancora una volta si afferma la Puglia Migliore fatta di migliaia di partecipanti, molti dei quali costretti a restare inpiedi, compresi alcuni di noi, ma comunque come rapiti dal fiume in piena del discorso di Nichi Vendola.
Erano anni che nei luoghi della sinistra e del centrosinistra non si verificava un evento del genere: una vera e propria apoteosi della parteciapzione democratica.
Certo, spesso, in questi ultimi anni, abbiamo assistito a ben altre apoteosi, ma intrise di demagogia e di slogan, di vuote parole, di giaculatorie che hanno insultato e svilito il lavoro e i lavoratori, operai e imprese, precari e disoccupati, donne, bambini e pensionati, immigrati e diseredati, ridotti a meno di carta straccio, a sostegno di una democrazia inesistente che sempre più somiglia ad una farsa, ad una fiction, simile a un tristo reality. A volte è sembrato di essere prigionieri di un improbalile "grande fratello", impossibilitati all'esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali dell'uomo, costretti a doveri imposti dalle regole di un mercato feroce e di una politica che ha saputo solo saccheggiare e impoverire oltre le tasche degli italiani, anche lo spirito.
Negli ultimi cinque anni intanto ha fatto capolino sulla scena della politica, in Puglia e in Italia, una nuova speranza per la democrazia.
L'esempio, l'impegno, il lavoro, l'insistenza, la tenacia di Nichi Vendola, il suo perseguire con coerenza e fermezza i principi e la pratica di una democrazia parteciapta che presta orecchio e cuore alle necessità e alle vocazioni del nostro territorio, degli uomini e delle donne che lo vivono, al di la di ogni differenza e discriminazione di censo, di credo e di nazionalità, il suo credere e resistere finanche agli attacchi più feroci volti a distruggere quella che egli stesso ha più volte definito una "
rivoluzione gentile", questa forza forte della natura - oserei dire della verità - ha restituito alla Puglia e all'Italia, a una moltitudine di delusi, rassegnati, allontanati e distanti dalla partecipazione attiva alla vita politica del paese, la speranza di una politica migliore, facendo della Puglia una Puglia Migliore.
Oggi la Puglia è all'avanguardia nella realizzazione di una democrazia partecipata grazie alle politiche sulle energie rinnovabili che affrancano la Puglia dalla scure del nucleare e delle fonti inquinanti che soffocano Taranto e Brindisi; l'internalizzazione dell'impiego pubblico a cominciare dalla sanità; il recupero della disoccupazione e del precariato nella scuola, nella ricerca, nell'impresa (siamo l'unica regione d'Italia che non ha subito la crisi del turismo); e ancora la ripubblicizzazione dell'acqua quale diritto primario e inalienabile per ogni essere umano; la difesa e la valorizzazzione del patrimonio ambientale a partire dal piano costa, quello archeologico, artistico e culturale.
Ma nonostante il grande impegno di Vendola e della sua Giunta regionale continui sono stati gli ostacoli e gli impedimenti da parte del Governo Berlusconi con in testa Fitto, Ministro degli Affari Regionali, tendendi a frenare lo sviluppo sostenibile della Puglia, tenendo bloccati, ad esempio di Fondi F.A.S., in barba al tanto propagandato federalismo e soprattutto all'amore per la Puglia.
Chiudendo il suo discorso il Presidente Vendola si è rivolto a Berlusconi e Fitto dicendo, "è più di un anno che ci hai promesso lo sblocco dei Fondi Fas. 3 miliardi di Euro. Fitto non li fa sbloccare per farmi morire, per provare a farmi perdere la campagna elettorale. Sono i nostri soldi, i soldi dei pugliesi. Che vergogna, ministro Fitto. Questo sarebbe il Partito d...ell'Amore? E l'amore per la Puglia dov'è"?
La sfida continua e il lavoro da realizzare è ancora tanto e lo stesso Presidente Vendola ha riconosciuto che nonostante i successi ottenuti non sono mancati gli errori verso i quali grande è l'impegno a porre rimedio. Per questo la parteciapzione attiva di tutti, anche attraverso il lavoro della Fabbrica e del Circolo SEL Fasano, è necessario e indispensabile attraverso proposte e discussioni, progetti e impegno da parte di tutti gli aderenti.
Entra nel vivo la campagna elettorale di
Sinistra Ecologia Libertà ed anche per il circolo di Fasano il lavoro a cui siamo chiamati è un patrimonio comune da salvaguardare con amore e dedizione, per ralizzare una Puglia Migliore, una Politica Migliore, fatta di scelte condivise e parteciapte, libere e coscienti.
Lasciamo la
Fiera del Levante e la Fabbrica di Nichi avvolti da una sorta di apoteosi della democrazia partecipata fatta di gioia e di applausi, di sorrisi e di abbracci, come fossimo in una grande famiglia la famiglia della Puglia Migliore.

Giuseppe Vinci

Guarda il video.
http://www.youtube.com/watch?v=vSWiC2OyrQg

mercoledì 10 febbraio 2010

Vogliono oscurare un milione d'italiani.

E' stata approvata alla "commissione parlamentare di vigilanza" (il minuscolo è d'obbligo. sic!) una norma del tutto anticostituzionale che viola la libertà di espressione e che mira ad escludere dal confronto politico, per le prossime elezioni per il rinnovo dei consigli regionali, tutte quelle forze politiche che alle ultime consultazioni politiche non hanno raggiunto il limite del 4% dei voti. Una norma a cui non è possibile sottacere. Una norma che merita tutta la nostra indignazione e la mobilitazione per far si che a tali discriminazioni non si debba mai più pensare.
Questa non è par condicio ma disciminazione pregiudiziale pura. Una norma che sa tanto di fascismo. Non possiamo stare a guadare, non possiamo star zitti difronte ad una disposizione liberticida che non ha nulla di democratico e che lede a nostro parere i diritti fondamentali dell'Uomo.
http://www.youtube.com/watch?v=vnz9-86NPgc

domenica 7 febbraio 2010

Pulmann Bari


La Fabbrica di Nichi di Fasano ha organizzato un pulmann per il prossimo Sabato 13 Febbraio 2010, con partenza da via Roma c/o il Bar Oriental, alle ore 15,00, per recarsi a Bari - Fiera del Levante - Pad. 7, dove avrà inizio ufficialmente la campagna eletteorale a sostegno della candidatura di Nichi Vendola a Presidente della Regione Puglia.
Rientro
previsto per le ore 21,00.
La partecipazione è fissata per un contributo procapite di €. 6,00

Coloro che fossero interessati a partecipare possono contattare Giuseppe Vinci al seg. cell. 335 8198522.

Benvenuti in SEL Fasano







Il nostro primo post.

Si è aperta la campagna elettorale per le elezioni regionali in Puglia.
Sabato 6 Febbraio presso la Fabbrica di Nichi a Bari è stata presentata la campagna elettorale del candidato Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
La campagna di comunicazione ha i suoi Slogan DI-VERSI.
http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/la-poesia-e-nei-fatti.html

Si tratta di una campagna dallo stile leggero che s'incentra su 6 temi principali:

1) No al Nucleare
2) Riduzione delle emissioni di Diossina
3) Spiriti Bollenti: Giovani Talenti
4) Acqua Bene Pubblico
5) Lavoro: Stabilizzazione dei precari
6) No al Petrolio: trivellazione dei fondali marini

Una campagna dallo stile leggero, ma dal significato pesante. Allegra e seria allo stesso tempo,
che possono capire bambini e anziani, intellettuali e operai. Perché le parole (e le poesie) anche e soprattutto quelle di un governatore, sono tanto più belle quanto più sono vere.

In questi 5 anni di esperienza al governo della Regione Puglia Nichi Vendola è stato più volte accusato di essere un paroliere, uno che con la poesia ha voluto ammantare i fatti con vuote parole. E' così che Vendola ha dimostato, e con lui i pugliesi, tra cui tantissimi giovani, che la poesia è nei fatti, in quello che in questi anni di duro lavoro, d'impegno arduo, è stato realizzato per trasfotrmare la Puglia in una Puglia Migliore.
E' stato dimostrato che le fonti energetiche possono essere pulite e arricchire il nostro territorio senza deturparlo, preservando la salute di chi il territorio lo vive.
In questi anni la Puglia ha dimostrato di essere la prima Regione d'Italia a produrre energia dalle fonti rinnovabili, con un esubero del 70% circa, rispetto al proprio fabbisogno: una delle prime regioni in Europa tanto da da ricevere riconoscimenti internazionali.
L'elenco delle risoluzioni, che hanno portato alla "rivoluzione gentile" è lungo! Ne abbiano traccia soprattutto sul sito web della Regione Puglia.


Saccheggiata dai precedenti governi di destra, in particolare dal Presidente Fitto, la Puglia è riemersa dalla precarietà, da un sanità in mano alle lobby economiche che hanno portato a coprire i precipizi finanziari con i Bond sequestrati dalla GDF (leggasi debiti coperti dalla finanza distruttiva) della
Merrill Lynch indagata per truffa. Un affare folle in cui siamo stati condotti da Rocco Palese (il quale si difende affermando di aver firmato senza conoscere l'Inglese) e dal suo patron Raffaele Fitto.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDCategoria=273&IDNotizia=307537

Non si rendono conto i signori della destra che in tal modo hanno insultano tutti Pugliesi, loro compresi. Come se fossero i topi davanti al pifferaio, come se fossero un popolo di sprovveduti pronti a farsi abbindolare da un discorso ben fatto, da parole eleganti e calibrate. Le parole, i Pugliesi lo sanno, da sole, non servono a nulla. Non c’è abilità retorica così efficace da nascondere un vuoto, soprattutto in politica.
E allora, per questa campagna, è stata scelta provocatoriamente proprio la poesia. Sono stati coniati gli slogan in forma di mini filastrocche composte da due ottonari in rima baciata.
Ognuna di esse racconta un fatto importante della giunta Vendola. Ma accanto alla filastrocca, ben evidenziato, c’è sempre un dato concreto, che completa e perfeziona l’informazione.
La comunicazione si chiude con il nome Vendola, e la frase: La poesia è nei fatti.
Insieme ai testi, appariranno su tutti gli strumenti di comunicazione, una serie di icone progettate appositamente per questa campagna. Ognuna di esse simboleggia un ambito d’intervento della giunta.
I soggetti, per ora, saranno in numero di sei, declinati su manifesti di tutte le dimensioni. Ma ne sono in preparazione almeno altri dieci. E chiederemo a tutti gli utenti internet di inviarci le loro “rime”, anche se canzonatorie o irriverenti.

Noi del Circolo SEL di Fasano vogliamo contribuire all'affermazione di una Puglia Migliore con una breve rima baciata, altrettanto allegra, semplice ma allo stesso tempo densa di significato poetico e politico.

La poesia è nei fatti.
"Questa storia appassionante
è la Puglia del Sol Levante.
Fonti libere e belle
son risorse a catinelle.
Acqua, sole e vento
dalla Daunia al Salento.
Qui la Puglia si fa Migliore
grazie solo al nostro amore.
La poesia è nei fatti
tutto il resto son misfatti".
G.V.

(Dedicata a Nichi a SEL e alla Puglia Migliore).

Fasano cambia colore

Fasano cambia colore