mercoledì 14 dicembre 2011

Giuliana Sgrena a Fasano: il suo ritorno in Iraq



Folto ed attento pubblico, domenica 11 dicembre alla libreria "InChiostro" ai Portici delle Teresiane, per ascoltare Giuliana Sgrena. La giornalista de “Il Manifesto” ha presentato il suo libro “Il ritorno - Dentro il nuovo Iraq”, edito da Feltrinelli. Sgrena è stata introdotta ed intervistata da Pino Sabatelli, in rappresentanza del nostro circolo Sel "Ugo e Roberto Carrescia".

Il libro è il racconto del ritorno della giornalista italiana in Iraq a cinque anni dal suo rapimento: dapprima nella regione di confine controllata dai curdi, poi a Baghdad. Per descriverci come la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembri riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. Di come la gente torni a mangiare sulle rive del Tigri, le donne riconquistino una visibilità sociale e politica, tanto da abbandonare il velo, e anche la sinistra sociale, seppur con fatica, sembri riconquistare uno spazio che tradizionalmente le appartiene. Ma alla vigilia del disimpegno americano nell’area non tutti i problemi paiono essere risolti. E con grande sensibilità umana e giornalistica Giuliana Sgrena ci ha raccontato di persona perché, attraverso il suo eloquio fluido e vivace che ti avvolge e ti affascina nel passaggio dalla narrazione vivida alle considerazioni personali.

«Consideriamo - la dichiarazione ufficiale del nostro circolo - l'integrazione nel tessuto sociale non solo come una problematica cara agli immigrati e a coloro che sentono maggiormente il problema dell'immigrazione, ma anche come una questione di emergenza che riguarda ogni singolo cittadino. Integrarsi significa sentire proprie le questioni sociali, economiche e politiche che modificano in meglio o in peggio il vivere quotidiano. E in questo senso siamo un po' tutti come immigrati, profughi, lontani dalla realtà e dalle dinamiche che la determinano. Integrarsi significa essere in pace con sé stessi, con la propria comunità e con il proprio territorio».

Un momento di conoscenza e riflessione attraverso la viva voce di una giornalista che non ha mai abdicato al suo mestiere. Che in fondo può essere sintetizzato, senza perdere di significato, in quattro parole: racconta ciò che vedi. E fatti carico di una testimonianza di vita che deve passare di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, in modo da distribuire sulle spalle di tutti la gioia e l'impegno dell'ascolto dell'altro e dell'integrazione.

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