domenica 3 aprile 2011

Un Mediterraneo di pace



Il circolo Sel di Fasano contro la guerra libica ed il trattamento subito dai profughi tunisini di Manduria

No alla guerra, no a Gheddafi. Sì, contemporaneamente, alla cittadinanza responsabile e al coinvolgimento di ognuno nei problemi della comunità. Il circolo Sel di Fasano si è schierato a chiara voce contro la guerra libica, ribadendo allo stesso tempo la sua netta condanna nei confronti del regime dittatoriale di Gheddafi. Lo ha fatto lo scorso 31 marzo, tramite una conferenza-dibattito tenutasi nella sala della Biblioteca Comunale.

Libia e Mediterraneo per un processo di pace” è stata innanzitutto un contributo alla comprensione. Dopo il saluto della coordinatrice cittadina Carmen Cofano e l’introduzione di Gino Vinci, il professor Antonio Palmisano, docente di Antropologia Culturale all’università di Trieste-Gorizia specializzato in questioni relative ai paesi di lingua araba e più volte consulente del governo italiano nel passato, ha analizzato i meccanismi che hanno portato alle operazioni belliche contro la Libia. Partendo da una disamina, lucida e dettagliata, delle caratteristiche delle rivolte nei paesi del Maghreb, Palmisano ha svelato le sofisticate forme di neocolonialismo alla base della politica estera delle potenze occidentali coinvolte nella guerra. Infine ha toccato i grandi temi dell’ospitalità e dell’accoglienza posti alle coscienze degli italiani, e dei pugliesi in particolare, dai profughi tunisini spostati nel centro di Manduria. Parole di ammonimento e di denuncia, quelle del professore. Che ha ricordato la tradizione di accoglienza propria dei pugliesi ed ammonito circa i rischi di un uso politico strumentale della vicenda, caratterizzata da un monstrum giuridico come la tendopoli di Manduria, una «terra di nessuno al di fuori della legalità». 

È seguito il dibattito con i presenti, lungo ed articolato, che ha visto anche la testimonianza di Ariane Baghai, docente di Lingua Araba all’università del Salento e mediatrice impegnata nel centro di Manduria. Racconti toccanti che hanno avuto il merito di scrostare il velo sulle «condizioni infami» dei reclusi nella tendopoli. «Un incontro riuscito oltre ogni aspettativa, un’occasione di informazione che - ha concluso Carmen Cofano - sarà ancora più di sprone alla solidarietà usuale del popolo pugliese, nonostante le non poche difficoltà create alla nostra Regione dalla criticabilissima politica nazionale».


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