mercoledì 22 febbraio 2012

Lavoro: il bisogno di un pensiero e di un'azione di sinistra

"L'idea che i diritti sociali siano una macchia di fango, un luogo di protezione di atteggiamenti indecenti e malavitosi è un'idea caricaturale, drammaticamente caricaturale. Bisogna avere rispetto per il mondo del lavoro, rispetto per le organizzazioni sindacali e, forse, da parte della Confindustria qualche volta bisognerebbe avere anche qualche aspetto autocritico su cio' che nel sistema di impresa non funziona, su cio' che nel sistema d'impresa parla di penetrazione della malavita e corruzione. Basti vedere l'indagine di oggi nel casertano.
L'articolo 18 si può toccare? Secondo me sì. Lo si può estendere a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, come avevano chiesto alcuni milioni di italiani in un referendum che non raggiunse il quorum".

Nichi Vendola torna, in modo diretto, sulla questione centrale tra le tante "questioni centrali" che coinvolgono il sistema Italia, intaccandone le speranze di uno sviluppo più diffuso ed egualitario prima ancora che più impetuoso. E' la questione del lavoro. Il lavoro che manca, o che - quando c'è - è spesso senza dignità e sottopagato. Il lavoro dei tanti datori che pretendono lavoratori "usa e getta", oggi mi servono domani non più, piuttosto che individui portatori di diritti incancellabili ed ineludibili.

La "questione centrale tra le centrali" è a portata di occhi anche dalla nostra finestra fasanese sul mondo. Si pensava di aver sepolto nell'album dei ricordi certe scene che fanno tanto Ottocento o Novecento, in una città come la nostra dominata per un tempo incalcolabile dalla piaga del caporalato. Si riscopre un panorama di lavoro nero ed umiliazioni nei confronti di chi non ha altra possibilità che quella di accettare. E' storia di questi mesi, tanto per citare una vicenda balzata agli onori delle cronache, la realtà di una florida e nota azienda locale rimasta indietro nel pagamento degli stipendi per un cospicuo numero di mensilità, nonostante l'assenza di difficoltà economiche.

Occorre tornare, in un mondo che prova drammaticamente a nasconderla sotto il tappeto, a gettare sul tavolo la questione del lavoro. Che ad un secolo da Pellizza da Volpedo si presenta declinata in forme moderne, ma invariata nella sostanza. E che deve essere affrontata in modo prioritario. Con un pensiero di sinistra ed un'azione di sinistra. Moderni sì, ma di sinistra.

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